Tra gli ortaggi che hanno uno scarto notevole ci sono senza ombra di dubbio i legumi. Ne gettiamo via oltre l’80%, vale a dire più dei due terzi del prodotto acquistato, solo perché siamo abituati a credere che il baccello contenete il seme non sia commestibile. Be’ non sempre è così, come vi ho dimostrato anche in questo post.
E’ il caso delle fave per esempio, che in questa stagione arrivano giovani e fresche sui banchi del mercato e il cui lungo baccello è carnoso e morbido e può piacevolmente insaporire molti piatti. Maestra della preparazione dei baccelli di fave — e di molti altri scarti invero! — è Lisa Casali che nel suo blog #ecocucina pubblica, e lo fa da anni, esperimenti fantastici con gli scarti. Da lei ho tratto ispirazione per provare i baccelli di fave in una veste insolita, accompagnati da Quinoa e tofu.
L’unica cosa che dovete davvero sapere di questa ricetta è che c’è un ingrediente fondamentale: il prodotto biologico fresco. Non utilizzate mai ortaggi che non abbiano la certificazione bio soprattutto se intendente adoperare anche la buccia o i baccelli, né cereali integrali che non siano anche biologici, perché vi mangereste con gusto pesticidi e vari trattamenti chimici.
Per il resto ho arricchito la ricetta con tofu, gomasio, alga Arame e salsa shoyu ma, come dico sempre, non affliggetevi davanti a questi ingredienti dal nome strambo: nei link che trovate ad ogni ingrediente ci sono anche le “dritte” d’acquisto e di utilizzo. Dopodiché mi preme che vi facciate incuriosire dalla possibilità di non scartare parti ancora commestibili degli ortaggi, ma nulla vieta che possiate utilizzarle come volete, il bello della cucina è che la creatività batte spesso e volentieri la rigidità dei ricettari.
Un suggerimento? Quando buttate in pentola a cuocere la pasta, tuffateci anche le bucce di fave tagliate a pezzetti, scolatele dopo pochi minuti, lasciando finire di cuocere la pasta, e intanto rosolate uno spicchio d’aglio in olio e una acciuga dissalata. Aggiungete i baccelli e condite con questo sughetto la pasta, grattugiando sopra abbondante ricotta di pecora stagionata. Poi ditemi eh?
- 300 g di quinoa
- 200 g di tofu
- 8 fave fresche intere
- 1 scalogno
- 1 cucchiaio di alga Arame
- 1 cucchiaio di salsa di soia shoyu
- 1 cucchiaio di gomasio
- 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
- Estraete le fave dal loro baccello, sciacquatele e tenetele da parte. Lavate bene i baccelli, eliminate le parti nere e tagliateli per il lungo a striscioline. Mettete a bagno in una tazza di acqua l’alga.
- Risciacquate la quinoa più volte, finché l'acqua non diventa limpida, poi lessatela in acqua leggermente salata con l’aggiunta dei baccelli di fave. Questi ultimi dovete solo scottarli velocemente, ma non avrete problemi perché in cottura salgono in superficie quindi si separano dal cereale.
- Tritate finemente lo scalogno, privato della buccia, e rosolatelo in due cucchiai di olio in padella. Unite le fave e i baccelli ben scolati, il tofu tagliato a pezzetti piccoli e anche l’arame scolata. Cuocete per circa 8 minuti, aggiungendo l’acqua di ammollo dell’alga. Al termine l’acqua dovrà essersi asciugata quasi tutta, lasciando un composto umido. Insaporite con un cucchiaio o più di soyu e mescolate.
- Scolate la quinoa e unitela al preparato, mescolando bene per amalgamare il tutto. Servite con una spolverata di gomasio e un filo di olio.