Ho scelto la rapa rossa, o barbabietola che dir si voglia, per rappresentare questo blog perché è un ortaggio povero, sicuramente molto comune, rude e un po’ dimesso nell’aspetto ma che al taglio rivela un gusto dolciastro e uno splendido colore rubino intenso. Dopo averlo a lungo bistrattato e snobbato, solo di recente ne ho riscoperto la valenza in cucina e mi pare sia un buon inizio per dare maggior valore agli ingredienti semplici che ci offre la nostra terra.
La Rapa Rossa nasce — e non è il primo tentativo come ho spiegato nel post numero zero — perché adoro scrivere e amo da sempre il cibo. Sono curiosa e mi piace sperimentare. Penso che il cibo e l’alimentazione abbiano un valore storico, che siano parte integrante della cultura di un popolo come qualsiasi altra tradizione che si tramanda nei secoli. Credo altresì che il nostro tempo ci chieda insistentemente di essere più lievi nel nostro passaggio sulla terra, di lasciare impronte meno pesanti di quelle che ci hanno portato allo sfruttamento intensivo di terre e mari. Sono interessata ad ogni aspetto del mondo che circonda il cibo, anche la sua sostenibilità. Mi documento, studio, sperimento, osservo, cerco, scrivo, leggo, ascolto e riverso tutto questo nella cucina. Perché non raccontarlo? Questa più o meno è la storia.
Alcuni anni fa, otto per la precisione, decidevo con mio marito e i miei due figli che la nostra qualità della vita doveva cambiare a partire da ciò che mangiavamo.
Eravamo stanchi di cibi spesso insapori, stanchi di vedere sugli scaffali frutta e verdure fuori stagione – che se solo cedi alla tentazione di acquistarli, te ne penti al primo assaggio – stanchi di riempire carrelli giganti perché la logica dei grandi supermercati è implacabile e ti devi armare davvero di tanta caparbietà per non farti lusingare da qualche super offerta che proprio non ti serviva.
Insomma, basta! volevamo riappropriarci del nostro “libero arbitrio culinario” e così avendo già provato il gusto del biologico e avendo sentito parlare di G.A.S. (Gruppi di Acquisto Solidale) mi sono messa alla ricerca di un Gruppo già attivo nella mia zona. L’ho trovato, ne ho sposato la causa e il resto è venuto da sé e ora non riesco a pensare ad un modo differente di fare la spesa.
Sono 7 anni ormai che ho iniziato a fare il pane con la pasta madre, la mia pasta madre, quella creata dopo vari tentativi mal riusciti. E ho capito che non sarei tornata più indietro. Da allora cerco di auto-produrre tutto quello che posso perché mi genera un senso infinito di soddisfazione.
Sono convinta che ciascuno possa fare qualcosa per divenire il cambiamento che vorremmo vedere intorno a noi, in ogni ambito della nostra vita. Credo che questo cambiamento nel campo alimentare debba passare attraverso l’educazione attenta e l’atto ragionato dell’acquisto e dell’uso, e quindi che il potere di alimentare un’economia consapevole appartenga al consumatore attento: che anzitutto consuma contenendo lo spreco e si informa su ciò che sta mangiando, su ciò che sta comprando. E poi va in cucina e si diverte!
Che meraviglia! Splendida idea! complimenti per la tua creatività. Ti seguirò. Evviva i cibi alternativi!!! Ale
Wow grazie Ale! 🙂
Mi piacciono molto le tue ricette, amo cucinare e mangiare prodotti poco usati nella nostra cucina tradizionale ma , in realtà, molto salutari. Ti seguirò e mi divertito’ di sicuro. Grazie
Grazie Gio’ so che siamo sulla stessa lunghezza d’onda e spero davvero che ci divertiremo insieme!
Stasera spaghetti alici e fiori di zucca, accompagnati da un vermentino sardo molto profumato. Assolutamente eccellenti!!!
Grazie, Simona.
Ciao
CinziaEnrico
Grazie a voi! Contenta che vi siano piaciuti