Ho scoperto che adoro consumare un pranzo veloce a base di friselle condite. Così, semplicemente, come semplice è la loro origine.
Tipica della Puglia, ma diffusa in tutto il sud Italia, la frisella è un prodotto da forno biscottato, cioè cotto due volte, realizzato con farina di grano duro, acqua, lievito e sale e che si gusta dopo averlo bagnato in acqua fredda e poi condito. Era ed è ancora un “pane” da viaggio, che si conserva a lungo, sovente in passato un pane povero, che soppiantava quello tradizionale quando vi era scarsità di farina.
La forma della frisella — una sorta di grande tarallo paffuto — non è casuale ma risponde anch’essa all’esigenza di trasporto, poiché le friselle venivano infilate su un filo di corda come le perle di una collana, annodati i due capi, e così appese per tenerle asciutte.
I marinai di un tempo le bagnavano direttamente nell’acqua di mare per ammorbidirle e poi le consumavano con le cozze o del pesce fresco.
Oggi, che bagnarle in mare forse non è più tanto consigliato, le friselle costituiscono la base per rapidi e deliziosi spuntini, aperitivi e light lunch.
A pranzo, come dicevo, risolvono molte giornate, perché sono veloci come prepararsi un panino, ma decisamente più soddisfacenti e stuzzicanti: quell’impasto ancora scrocchiante sotto i denti, al tempo stesso umido e ricco di sapori, le rende una base unica per sperimentare. Perciò via libera al classico pomodoro, olio e sale, ma anche a ricette fantasiose che prevedano sempre una componente “sugosa”, per aumentare la cedevolezza al palato delle friselle, per natura piuttosto rigide.
Ho sperimentato numerose versioni di friselle condite, di queste alcune anticipazioni le trovate su Instagram e su Facebook. In questo post leggete invece una ricetta densa di nomi “strani” ai più ma che, se siete abituati a leggere questo blog, non vi lasceranno del tutto basiti: batata, topinambur, acidulato di umeboshi, sono tutti ingredienti di cui abbiamo parlato in più occasioni e dei quali vi aggiungo il link per comodità.
Non dimenticate però che in home page trovate la Legenda da consultare di tanto in tanto per rinfrescarsi le conoscenze!
- 8 friselle di grano duro integrale
- 1 avocado
- 1/2 cavolo cappuccio rosso
- 250 g di topinambur
- 250 g di batata
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1/2 limone
- 1 cucchiaio di acidulato di Umeboshi
- 2 rametti di rosmarino
- sale
- Riempite una bacinella di acqua fredda e immergetevi le friselle una per volta: tenetele immerse con le dita finché non terminano di uscire le bollicine d'aria, estraetele e adagiatele, scolandole, su un vassoio.
- Lavate molto bene topinambur e batata, strofinando anche la buccia delicatamente con la spazzola adibita alla pulizia delle verdure, oppure con una spugnetta nuova. Tagliate le verdure a fettine sottilissime, meglio con una mandolina, senza sbucciarle, poi versatele in una ciotola e conditele con un paio di cucchiai di olio, sale e rosmarino tagliuzzato fine.
- Adagiate le fettine di batata e topinambur condite su una teglia rivestita con carta forno e dividetele bene. Cuocete in forno preriscaldato a 200° per 5-10 minuti, comunque finché non saranno dorate e croccanti. Fate attenzione perché più sono sottili, prima bruceranno!
- Intanto tagliate l'avocado a metà e con una torsione in senso orario di una delle due metà, dividetelo. Estraete il nocciolo e la polpa aiutandovi con un cucchiaio. Tagliate la polpa a fettine o cubetti e conditela subito con il succo del limone, sale e 1/2 cucchiaio di olio.
- Lavate il cavolo e tagliatelo finissmo a julienne, versatelo in una ciotola e conditelo con l'acidulato di umeboshi e 1/2 cucchiaio di olio. Ricordatevi di non aggiungere sale, poiché l'acidulato è già sapido a sufficienza.
- Salate leggermente le friselle, poi conditele con l'insalata di avocado e di cavolo, e un filo d'olio crudo. Servite accompagnando con le chips di topinambur e batata.
Se invece avete l'acidulato di umeboshi potete condire sia avocado che cavolo cappuccio con limone, olio e sale.