In questa ricetta troverete sia le istruzioni per fare la piadina in casa — senza strutto e senza lievito –, sia quelle per la sua farcitura con uno degli ingredienti che preferisco, la cima di rapa.
Ve la presento oggi come farcia delle piadine, ma vi assicuro che cucinata così è fantastica anche come contorno, perché quel suo gusto amarognolo è stemperato meravigliosamente dal sapore dolciastro dei porri. Anzi, più che dolciastro, è agrodolce per la precisione, cosa che esalta maggiormente il gusto morbido del porro ma al contempo ne smussa le caratteristiche pungenti, tipiche delle Liliaceae.
Fare una piadina in casa è cosa davvero semplice e si utilizzano ingredienti che abbiamo certamente in dispensa, cioè farina, olio e sale. Si mescolano, si lasciano riposare e il giochino è fatto.
Vi avevo già dato indicazioni per la preparazione di un pane simile, il chapati, realizzato con l’esubero di pasta madre, cioè con quella parte di lievito naturale restante dalla lavorazione del rinfresco. Qui trovate la ricetta, utile soprattutto se vi piace la leggerezza che un pizzico di lievito apporta.
Ma sia chiaro, la piadina il lievito non l’ha. In compenso ha lo strutto, che noi invece eviteremo .
Una ultima nota sulla preparazione dei porri: caramellati sono deliziosi, loro come i cipollotti, la cipolla, lo scalogno, ecc. ecc., il che significa che la medesima tecnica potete applicarla ad altre verdure della famiglia delle Liliaceae. Ma non solo, anche ad altri ortaggi che possono beneficiare del gusto agrodolce, come i peperoni per esempio.
Per arricchire la piadina, aggiungiamo qualcosa di morbido e cremoso come una salsa di tahina, che apporterà, oltre al gusto e alla consistenza, anche calcio e proteine.
Le cime di rapa stanno per terminare la loro stagione, quindi se le trovate ancora acquistatele e fatene scorpacciata, perché sono ricche di ferro di potassio e di vitamine A e C. Ma attenzione! Le cime di rapa sono tali solo se hanno i germogli, raccolti in piccoli mazzetti, simili ai fiori dei broccoli, che solitamente sono venduti con parte delle loro foglie più tenere.
Le cime di rapa appartengono alla famiglia delle Brassicaceae, proprio come la rapa, ma sono una sottospecie botanica nota come sylvestris, e siete sicuri di acquistare quella giusta se la riconoscete oppure se trovate il nome cime di rapa (quelle vere, però , con anche i germogli!), broccoletti di rapa, friarelli, rapini, a seconda della regione — precisamente Puglia, Lazio, Campania, Toscana.
Perché dico questo? Perché a volte, con un po’ di furbizia o malizia, troverete in vendita degli ortaggi sotto il nome di “cima di rapa”, che altro non sono che le foglie della pianta formatasi dalla rapa bianca, quindi sono sì cime e certamente sono di rapa, ma non sono quelle assai più gustose, tenere e nutrienti di cui stiamo parlando.
A seconda della tradizione regionale poi, sarà preferibile consumarne le infiorescenze come per i broccoletti — non i broccoli, eh?, che sono ancora un’altra specie –, o le foglie tenere come per i friarielli. Noi invece useremo tutto, sia foglie che germogli.
- 250 g di farina tipo 0
- 125 ml di acqua o latte vegetale
- 40 g di olio extravergine di oliva
- 6 g di sale
- 1 pizzico di bicarbonato facoltativo
- 500 g di cime di rapa
- 4 porri
- 2 cucchiai di tahina
- 2 cucchiai di zucchero di canna integrale
- 2 cucchiai di aceto balsamico o aceto rosso
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- peperoncino rosso
- 1 spicchio di aglio
- sale
- Unite lentamente l'acqua o il latte vegetale alla farina mescolando, aggiungete l'olio e il sale (eventualmente il bicarbonato) e impastate bene fino ad ottenere un composto liscio e morbido.
- Formate una palla e fate riposare per almeno 30 minuti coperto in luogo riparato, per esempio nel forno spento con la porta chiusa.
- Dall'impasto tagliate 4 pezzi di pari peso e formate delle palline. Con l'aiuto del matterello sulla spianatoia infarinata, tirate le piade in forma tonda, piuttosto sottili circa 2 mm. Bucherellate con i rebbi della forchetta e cuocete sulla "piastra da piadina" (oppure andranno bene anche una padella antiaderente larga, la padella da crêpes o una padella in ghisa).
- La piadina va cotta con leggerezza altrimenti si secca, al massimo 4-6 minuti, girandola almeno 4 volte, all'incirca ogni minuto, minuto e mezzo. La farcitura nel nostro caso va aggiunta alla fine.
- Man mano che le preparate, se sono molte, non appoggiatele l'una sull'altra perché si ammollano, ma sdraiatele su una gratella ad asciugare.
- Pulite con cura le cime, poi scottatele in acqua bollente salata per 5-8 minuti al massimo, tuffando per prime le foglie più grandi e per ultimi i germogli.
- Pelate l'aglio, tagliate a fettine sottili il peperoncino se fresco oppure sbriciolate quello secco; versate un cucchiaio d'olio in padella e unitevi aglio e peperoncino.
- Scaldate bene l'olio, poi tuffatevi le cime scolate accuratamente. Rosolate nell'olio per qualche minuto, aggiustate di sale e spegnete. Eliminate l'aglio.
- Pulite i porri con estrema cura perché la terra si annida tra le foglie. Scolateli dopo averli lavati e tagliateli in 4 o in 6 per il lungo, eliminando la parte verde più dura che potrete tenere per un brodo.
- Scaldate 1 cucchiaio e mezzo di olio in una casseruola e adagiatevi i porri. Brasateli con l'aiuto di qualche cucchiaio di acqua o di brodo vegetale e alla fine salateli. Spolverizzateli di zucchero, alzate la fiamma e appena lo zucchero si sarà sciolto, sfumate con l'aceto. Fate evaporare poi spegnete.
- Preparate la salsa di tahina, stemperando bene la tahina con l'olio rimasto e se serve un goccio di limone o di acqua di cottura delle cime.
- Componete la piadina: spalmate la crema di tahina, adagiate i porri scolati e sopra le cime saltate. Richiudete e servite ben calda.
Nella preparazione della piadina, tra il latte vegetale e l'acqua la scelta va a gusto ma è anche determinante sulla riuscita del prodotto: diciamo che con l'acqua la piadina sarà un po' più secca che con il latte.
Per caramellizzare i porri potete anche sostituire 30g di burro all'olio. La sostituzione è assolutamente facoltativa, ma certamente con il burro il gusto sarà più pieno.
Sarà che sono appena tornata dalla piscina;
sarà che non ho mangiato tanto quanto avrei voluto…ma mi è venuta un’acquolina!
Anch’io adoro le cime di rapa!
Già, immagino che la fatica aiuti ad apprezzare Gabry 😉
Comunque io le amo proprio e non è così facile trovarle buone qui…