Le stagioni che si susseguono con i ritmi dettati dalla natura rappresentano l’alternanza anche dei cibi sulla nostra tavola e dei metodi di cottura. E’ indubbio che se d’estate prediligiamo cibi crudi e freschi, quando la stagione si raffredda il nostro corpo cerca con maggiore insistenza i cibi cotti a lungo, zuppe e in generale pietanze che ci riscaldino anche dal punto di vista psicologico. Anche il gusto di verdure e frutta che consumiamo è migliore nel pieno della loro crescita e maturazione mentre un cibo coltivato “a forza” fuori stagione è più facilmente soggetto a difficoltà di coltura, quindi probabilmente trattato con medicinali e preparati chimici che lo fortificano e lo aiutano a combattere parassiti e quant’altro ostacoli la resa del prodotto.
Credo fermamente nel biologico perciò in questo blog non alimenterò mai l’idea di acquistare verdure e frutta fuori stagione, né tanto meno cibo che non sia di provenienza biologica, biodinamica o almeno di aziende in conversione al biologico, se possibile a chilometro zero. I prodotti bio ci preservano dall’ingerire inquinanti che già assorbiamo in notevole quantità da altre fonti e diventano davvero obbligatori nelle ricette di recupero degli scarti che propongo nel blog. Inoltre quale sostenitrice e organizzatrice di un G.A.S. (Gruppo di Acquisto Solidale) sono convinta che rivalutare il piccolo produttore e dargli il giusto compenso per le sue fatiche sia sposare una logica di consumo critico e consapevole, che cerco di applicare in generale nei miei acquisti. Ciò significa banalmente che acquisto e consumo verdure e frutta che la stagione di volta in volta offre e che spesso sono limitate anche alla zona di produzione in cui vivo, cioè la Lombardia, con qualche digressione su Piemonte ed Emilia – unica eccezione invernale, gli agrumi di Sicilia!. Il che comporta che gli inverni sono lunghi e poco vari, costellati di cipolle, patate, cavoli e, più ci si inoltra nella stagione fredda, le cassette del verduraio hanno sempre meno disponibilità, fino ad entrare in “ferma raccolto” in attesa delle primizie primaverili.
Questa forzatura, definiamola così rispetto alla grande varietà di proposte che i banchi dei supermercati presentano anche in gennaio, costringe anche ad avere un approccio creativo all’utilizzo in cucina di materie prime immutevoli per mesi, scoprendo che ci sono molte ricette che valorizzano bene anche gli alimenti più poveri. Anche questo è un modo per non sprecare, per non consumare oltre necessità, per fare un passetto insomma verso un minore impatto ambientale, senza mai scordare la creatività!